TEORIA MUSICALE – IL CIRCOLO DELLE QUINTE

Procedendo in senso orario del circolo il numero dei diesis è crescente per un ordine di ogni quinta giusta. In senso antiorario per i bemolli ne si aggiunge uno per un ordine di ogni quarta giusta decrescente.

Identificare una tonalità

Tonalità maggiore con i bemolli:
corrisponde al penultimo bemolle in chiave. Ad esempio, se
abbiamo tre bemolli in chiave siamo in Mi maggiore: infatti Si-Mi-La. Se abbiamo cinque bemolli in chiave siamo in Re maggiore: infatti Si-Mi-La-Re-Sol.  SIb Mib = Sib Maggiore  Sib = Fa Maggiore Sib Mib Lab Reb = Lab Maggiore e così via



Tonalità maggiore con i diesis:

l’ultimo diesis è la sensibile della tonalità.  Ad esempio, se abbiamo
due diesis in chiave siamo in Re maggiore: infatti il Do è la sensibile di questa tonalità. Se abbiamo sei diesis in chiave siamo in Fa maggiore: infatti Mi è la sensibile di questa tonalità.

Fa# Do# Sol# = La Maggiore

Fa# = Sol Maggiore       Fa# Do# = Re Maggiore

Musica

La scala di Fa# e Solb sono omofone ed hanno entrambe sei note alterate di cui omofona di una nota naturale.

Questa spiegazione sull’improvvisazione l’ho trovata la migliore

“via sarpi” <***@gmail.com> ha scritto nel messaggio news:923edcc3-df4e-40a5-8d3a-***@googlegroups.com…
grazie mille

Post by via sarpi

se ho capito: con la sinistra suoni un accordo II V I,
e con la destra la scala nella tonalità corrispondente?
II-V-I non è UN accordo ma è una sequenza di accordi.
Sono TRE accordi: II, V, I. Con tali numeri si indicano
gli accordi costruiti accavallando terze su ogni nota
della scala (maggiore).
In tonalità di do maggiore e armonizzando a 3 note sono:
re minore (II), sol (V), do (I).
Armonizzando a 4 note, molto meglio, sarebbero re minore settima,
sol settima di dominante, do settima maggiore, ben più ricchi
anche senza aggiungervi altre alterazioni etc.

Per improvvisare, in teoria vanno già bene questi tre accordi
senza scomodare il circolo delle quinte. Se uno è capace e
fantasioso, può fare un’ottima improvvisazione già con questi
tre. Chiaramente risulterebbe ripetitiva.

Per questo motivo, tra i vari espedienti possibili, si possono
usare vari II-V-I, cioè la stessa sequenza di accordi ma
in altre tonalità.
Per esempio, in tonalità di sol maggiore i tre accordi II, V e I
sono la minore, re maggiore, sol maggiore. In tonalità di fa
maggiore sono sol minore, do maggiore, fa maggiore…etc.
Ogni tonalità ha i “suoi” II-V-I.
Cosa si può fare? Suonare un po’ di II-V-I in una tonalità,
poi in un’altra e dopo un po’ in un’altra ancora. Il modo
in cui concatenare varie tonalità in maniera bella musicalmente…
appartiene all’arte della musica, al saper scrivere bei
pezzi 🙂

Il circolo delle quinte di cui parlavi è uno dei modi di
snocciolare lunghe e fluenti sequenze di II-V-I consecutivi
legati tra loro da una certa logica e simmetria, anche se
musicalmente povero.
Dire “II V I seguendo il circolo delle quinte” è un po’ vago,
ci sono vari modi di realizzare una cosa del genere all’atto
pratico. Bisogna vedere come e con quale rigidità si applica
il principio. Un modo può essere: si eseguono alcuni II-V-I
in do maggiore (quindi, rem, sol, do), poi si passa ai II-V-I
in sol maggiore (lam, do, fa), poi in re maggiore (mim,
la, re), poi in la (sim, mi, la)…stiamo suonando
II-V-I in rapporto di circolo delle quinte e proseguendo
così, passando di quinta in quinta, essendo un circolo,
si esplorano tutte le tonalità e si torna al do.
Stessa cosa si può fare al contrario, passando di quarta
in quarta (senso antiorario del circolo delle quinte):
do (rem, sol, do), fa (solm, do, fa), sib (do, fa, sib),
mib (fa, sib, mib).
Questo è un modo (poco musicale, in verità) di concatenare
II-V-I, ce ne sarebbero degli altri.
E’ più che altro un grandioso esercizio che consente
di memorizzare ed esplorare tanti II-V-I.

Ritornando alla questione “cosa fanno le mani”…
Esempio: primo II-V-I (tonalità do maggiore: re minore,
sol, do), si suona in tonalità di do maggiore usando
tutti gli espedienti possibili (e sono tanti). Quando si
improvvisa, chiunque usa schemi archetipi: frammenti
melodici, arpeggi, scale, intervalli semplici. Sono
i mattoni elementari di tutto. E’ la capacità di
utilizzarli e mescolarli tra loro che fa la differenza
tra un principiante e un grande improvvisatore.
Anche il grande improvvisatore usa mattoni elementari
(scalette, arpeggi etc.), solo che li usa con consumata
maestria in maniera fluida.

In ogni caso, dammi retta: se uno non ha ancora iniziato
a capire una scala maggiore armonizzata non è il caso
che si lanci in catene di II-V-I. Quello viene molto
dopo. Si va per gradi. Il primo grado è capire a fondo
la relazione tonica-dominante 🙂




Post by via sarpi
Mark Levine – The Jazz theory Book e

Il punto è che ti servirebbe senz’altro una guida.
Molte delle cose scritte in questi libri, anche
se scritte benissimo, possono comunque essere oscure
e magari diventano improvvisamente facilissime quando
spiegate in pratica da qualcuno capace.
http://it.arti.musica.classica.narkive.com/jzwHZPbA/improvvisazione-musicale-e-circolo-delle-quinte

e quest’altra discussione, sull’ armonizzazione delle scale

Ci sono innumerevoli possibilità per armonizzare una scala, e credo sia sbagliato attenersi a un singolo esempio, come se fosse la Bibbia.

Comunque, ecco come potrebbe essere armonizzata la scala di fa maggiore seguendo alla lettera la regola dell’ottava proposta dal Fenaroli; scegliamo di partire ad esempio dalla prima posizione:

I > FA > stato fondamentale, quindi accordo di tonica LA DO FA
II > SOL > secondo rivolto della settima di I specie, SIb DO MI
III > LA > stato fondamentale con raddoppio della 3a, LA DO FA
IV > SIb > primo rivolto della settima di II specie, SOL RE FA
V > DO > triade in stato fondamentale, SOL DO MI
VI > RE > primo rivolto con radd. della quinta, SIb FA FA
VII > MI > primo rivolto della settima di I specie, SIb DO SOL
I > FA > stato fondamentale, LA DO FA

Ora scendiamo:

VII > MI > primo rivolto con radd. della 5a, SOL DO SOL
VI > RE > secondo rivolto della settima di I specie, SOL SI beq. FA
V > DO > triade in stato fondamentale, SOL DO MI
IV > SIb > terzo rivolto della settima di I specie, SOL DO MI
III > LA > stato fondamentale con raddoppio della 3a, LA DO FA
II > SOL > secondo rivolto della settima di I specie, SIb DO MI
I > FA > stato fondamentale, LA DO FA

Spero di esserti stato utile.
Un saluto!

Hai questi accordi:

* FA –> FA maggiore: FA – LA – DO
* SOL –> SOL minore: SOL – SIb – RE
* LA –> LA minore: LA – DO – mi
* SIb –> SIb maggiore: SIb – RE – FA
* DO –> DO maggiore: DO – MI – SOL
* RE –> RE minore: RE – FA – LA
* MI –> Mi diminuito: MI – SOL – SIb



 

http://www.suonolachitarra.it/blog/scala…
https://corsodimusica.jimdo.com/prima-parte-corso/sviluppo-delle-tonalita/